DA MILANO ALLA SVIZZERA A VELOCITÀ RIDOTTA

CAMMINANDO E PEDALANDO PER COLLEGARE IL DUOMO DI MILANO CON IL PASSO DELLO SPLUGA,

ALLA SCOPERTA DI LUOGHI CHE HO SEMPRE VISTO SOLO ATTRAVERSO IL FINESTRINO DI UN’ AUTOMOBILE.

Questo progetto è nato quasi per caso, dalla voglia di fare un po’ di turismo a bassa velocità, e ispirato da un amico che ha percorso tutta la Francigena a pezzi, sfruttando weekend e festività. L’idea era quella di emulare questa impresa, mettendo alcune restrizioni e alcune regole. Infatti non volevo percorrere un solo sentiero dall’inizio alla fine, volevo decidere io, da dove passare. Così cercando una soluzione ho capito che dovevo iniziare a decidere il punto di partenza e di arrivo e poi avrei trovato il modo di unire i due punti andando alla ricerca di sentieri e piste ciclabili che mi avrebbero portato a destinazione.

Vivendo in provincia di Milano, era logico che la partenza fosse sotto la Madonnina del Duomo sia come attaccamento culturale, sia perché essendo cresciuto sotto l’ala di Milano volevo renderle in qualche modo omaggio. Guardandomi un po’ intorno capii che il punto di arrivo sarebbe stato il confine con la Svizzera, più precisamente il passo dello Spluga, un luogo che ha molta importanza per me.

Crespi D’adda

Decisi il punto di partenza e di arrivo, mi sono messo alla ricerca dell’itinerario che dovevo percorrere, anche se ero all’inizio del mio progetto ho capito subito che non sarebbe stato facile sia a livello fisico che a livello progettuale. Ora dovevo solo sfruttare le mie gambe per fare i quasi 200 km per concludere questa piccola impresa

Essendo un itinerario non convenzionale ho dovuto fare molte ricerche e capire come coprire quei chilometri. Alcune parti erano facili, ma la parte difficile era scegliere quali sentieri prendere e come collegarli uno con l’altro. Questo mi ha portato a uno studio più approfondito dei sentieri e della loro storia, questo mi ha permesso di entrare meglio in contatto con le zone che stavo attraversando e in alcuni casi anche scoprire la storia e comprenderne gli sviluppi.

IL PROGETTO

Il mio progetto è stato quello di partire dal Duomo di Milano percorrere il primo tratto attraverso la parte storica della città fino ad arrivare alla pista ciclabile del Naviglio Martesana che ho percorso tutta fino ad arrivare a Trezzo d’Adda. Ho percorso poi in direzione nord la pista ciclabile del Fiume Adda, fino ad arrivare a Lecco e poi ad Abbadia Lariana. Da qui ho mollato la bici e ho iniziato a camminare sul Sentiero del Viandante (articolo) l’antica dorsale del lago di Como, fino ad arrivare a Colico.

Pista ciclabile Fiume Adda


Ma si sa gli inconvenienti sono sempre dietro l’angolo e ho incontrato il primo e vero problema. I Pian di Spagna sono di formazione abbastanza recente, nel 1850 sono stati fatti molti lavori di bonifica e deviazione del fiume Adda che hanno modificato la geografia della zona. Non essendoci sentieri storici ho attraversato i Pian di Spagna percorrendo i sentieri che attraversano la Riserva Naturale Pian di Spagna, fino ad arrivare a Ponte del Passo. Dove ho intercettato l’antica Via Regina che un tempo collegava Como a Chiavenna, ma alcune fonti dicono che fosse molto più lunga e che partisse da Milano o addirittura da Pavia. Riuscendo a ritrovare alcuni cenni storici ho recuperato solo la parte che collega Ponte del Passo fino a Chiavenna. Nonostante negli oltre 33 km che ho percorso abbia trovato soltanto un vecchio cartello e una pietra miliare, è stato una forte emozione e un salto nel tempo percorrerla.

Arrivato a Chiavenna mi trovavo al cospetto delle Alpi, dovendo arrivare al passo dello Spluga, non è stato difficile capire che avrei dovuto percorrere la Via dello Spluga che collega Chiavenna a Thusis in Svizzera, anche se io mi sono fermato soltanto al Passo.

Percorrere questo itinerario fatto di problemi logistici, tecnici e tanta fatica è stato davvero elettrizzante e bellissimo. Un modo per conoscere meglio e vivere a pieno il territorio partendo da casa e visitando zone che ho sempre visto solo dal finestrino della macchina ma che con questo progetto ho avuto modo di riscoprire e vivere in maniera unica e spettacolare.

Sentiero del viandante

ECCO QUALI SONO LE PARTI CHE HO PERCORSO:

MA ORA COSA SI FÀ?

Bhè dopo questo primo pezzo mi sono chiesto, e ora cosa faccio? così ho deciso che avrei voluto continuare questo progetto, e che quello tra Milano e la Svizzera era solo la prima parte dei 4 che mi avrebbero portato fino a Roma.
Così è iniziato il lungo lavoro di ricerca del nuovo itinerario, ma visto che la prima volta ho scelto soltanto il luogo della partenza e dell’arrivo ho deciso di continuare a fare in questo modo.

Così questa volta partirò dal Duomo di Milano e come punto di arrivo ho scelto il Duomo di Firenze, dalle prime stime sembra che siano più di 400 km attraverso un tratto della pianura Padana e gli Appennini.
Sò già che richiederà tanta fatica e sforzo e che vivrò a pieno il territorio anche perché dovrò fare molte ricerche per poter capire dove passare e come risolvere gli innumerevoli problemi tecnici.

Ma questo è un viaggio, e come tale bisogna essere capaci di superare le difficoltà, prendere il meglio da quello che sa darti e vivere a pieno ogni istante. Così il mio viaggio alla scoperta dell’Italia continua, non so quanto tempo impiegherò per fare tutta questa strada, l’importante è godersi l’esperienza a velocità ridotta.

Rimanete sintonizzati primo o poi vi racconterò anche la seconda macro tappa da Milano a Firenze.

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