“La motocicletta”, è un libro sulle moto scritto da André Pieyre de Mandiargues del 1963. Il romanzo parla di Rebecca una diciannovenne alla quale nel 1960 come dono di nozze viene regalata un Harley Davidson nera e cromata.
Questo mostro metallico, nero e cromato, ha la singolarità di essere il dono di nozze del suo amante, che lei non ha dimenticato.
Un matrimonio che la giovane donna non vuole ma è costretta a fare, per questo, la moto è il simbolo della libertà dalle catene del matrimonio e la possibilità di raggiungere il suo amante.
Si perché per raggiungerlo deve percorrere 250 km e attraversare una frontiera passando tra Francia e Germania
Il viaggio viene descritto come un preludio all’incontro, lei avvolta nella sua tuta nera di cuoio con l’interno di pelo sfreccia per le strada, scappando da un uomo che non ama e da un matrimonio che immagina come una prigione.
E’ risaputo che gli amanti delle Harley Davidson, appartengono a una classe di motociclisti innamorati del proprio profilo, della propria corazza e del proprio ferro (moto). Questo romanzo vuole rappresentare un segmento erotico, segreto e nascosto degli amanti delle Harley. Fungendo come mezzo per frazionare il desiderio e la libertà di amare che il centauro vuole esprimere.
In questo libro il centauro di cuoio e di ferro, sfida il viaggio e la strada e, raggiunta la meta, lascia carrozza e corazza, trasformandosi in una ninfa, per poter esprimere al meglio la sua sessualità.
Il libro racconta una storia molto interessante di repressione e di emancipazione di una donna che attraverso la motocicletta riesce a esprimere se stessa e l’amore.
Un romanzo insolito che esplora terreni diversi e poco battuti per la letteratura motociclistica, ma che ha senz’altro centrato l’obbiettivo. Quello di mostrare la moto non solo come mezzo meccanico, ma anche come prolungamento dell’espressione della vera natura del motociclista.
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