MotoGiri : 15 Laghi del Nord Italia Parte 2




 
Dopo una mangiata spaziale e una dormita rigenerante preparo le poche cose che ho con me, le lego sulla moto e riparto alla conquista di altri splendidi laghi.

Mi dirigo in Valsassina passando da Bellano, la strada è tortuosa e talmente immersa nel verde che mi spiazza. E’ ritagliata  nel  mezzo del bosco e ha un’infinità di curve , abituato a vivere nel caos della provincia di Milano mi fa iniziare la giornata con una marcia in più.

Arrivati in Valsassina mi dirigo verso Lecco, ma prima di arrivare svolto a sinistra in direzione Moggio per andare a prendere la strada che porta al Culmine di san Pietro.
Fino a Moggio si può dire che sia una strada quasi noiosa, poche curve e panorami piatti, ma dopo Moggio il discorso cambia.

La strada fino al culmine è asfaltata, a tratti bene e a tratti male quindi bisogna fare un po’ più di attenzione.

Arrivati al Culmine di San Pietro si comincia a scendere in direzione Taleggio e San Giovani in Bianco , la strada è immersa nel verde ed è un susseguirsi continuo  di curve, ma purtroppo in alcuni punti è un po’ sporca, ma facendo attenzione la si percorre senza problemi.

Lungo il tragitto si incontrano le gole dell’Enna, una spaccatura nella roccia molto suggestiva, dove la strada in alcuni punti viene sovrastata dalla stessa tanto da far fatica a vedere il cielo è un po’ come essere in una grotta.
A San Giovanni in Bianco mi  dirigo al passo Zambla, ma passando da Dossena, anche qui le curve non mancano anzi, e i boschi sono sempre fitti .
Arrivato al passo Zambla purtroppo c’è un po’ di nebbia che impedisce di godere appieno il panorama quindi a malincuore decido di ripartire e scendere in direzione Clusone.
Arrivato a Clusone mi dirigo verso Lovere la strada è spettacolare rilassante e interessante sia dal punto di vista paesaggistico  che da quello della guida.
Arrivato al lago d’Iseo mi fermo e parcheggio la moto sul lungo lago di Lovere, faccio una passeggiata dove posso ammirare sia il bel panorama sia le decine e decine di moto parcheggiate.
Dopo aver parlato con qualche motociclista decido di ripartire e mi dirigo verso Darfo Boario Terme dove prendo la strada che conduce al passo Crocedomini.
Appena inizio a salire, la strada si fa strettissima e penso che se sarà così fino in cima farò una faticaccia immensa, ma dopo un paio di chilometri
mi devo ricredere, la carreggiata si allarga e in questo modo mi permette una buona andatura.

 

I paesaggi per arrivare al passo sono splendidi e il passo Crocedomini ha una vista sulle due vallate spettacolare, peccato che non posso godermela appieno per colpa di un paio di nuvole basse.

Dopo aver fatto le foto di rito e comprato la pach come souvenir decido di scendere dal passo e di raggiungere il lago d’Idro. La strada all’inizio è stretta e senza protezioni. La percorro piano e con molta attenzione, ma dopo pochi chilometri si fa più larga e prendendo fiducia alzo il ritmo, fino al lago la strada è magnifica sia dal punto di vista paesaggistico che da quello di guidabilità.

Nel percorrerla in discesa, vicino al lago, ci sono numerosi punti dove si può avere una vista mozzafiato del lago d’Idro.

Giunti a destinazione faccio una piccola pausa, ma la voglia di risalire in moto non tarda ad arrivare e riparto puntando verso il lago di Ledro.

La strada che porta al lago di Ledro è bellissima,  con qualche tornante qua e là, paesaggi magnifici, ma la cosa che più mi sorprende è la vista del lago, per la sua bellezza, con le sue sponde punteggiate dai pini e con il  colore cristallino delle  sue acque.
Ovviamente faccio una pausa, faccio qualche foto e  inserisco questo lago tra quei posti dove bisogna per forza tornare.

 

Dopo lo splendido laghetto mi dirigo verso il lago di Garda l’ultimo di questo itinerario, la strada è interessante sia dal punto di vista della guida che da quello paesaggistico. Arrivati vicino al lago c’è da percorrere una lunga galleria che aumenta la percezione della diversità della vegetazione che si riscontra tra il tratto precedente e quello successivo.

Infatti sul versante del lago d’Idro la vegetazione è  caratterizzata da boschi fitti di pini praticamente alpini,e sul lato del lago di Garda è caratterizzata da una vegetazione che si avvicina più a quella che incontriamo al mare arrivando in alcuni punti a sembrare macchia mediterranea.
 
Arrivati sul Lago di Garda proseguo in direzione Salò e mi faccio cullare dalla successione di curve  e dal panorama ripensando a tutto l’itinerario percorso.

Per fare questo itinerario forse 2 giorni sono pochi, perché  dovendo macinare molti chilometri si  deve tenere un’andatura sostenuta e si deve fare tutto in fretta.  Consiglio di fare il giro in almeno   3 giorni, così da poter ammirare al meglio tutte le bellezze e le diversità che si incontrano.



La traccia verde è l’itinerario percorso il primo giorno la traccia arancione è quello percorso il secondo giorno.

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