90 litri di felicità: un anno dopo




L’EVOLUZIONE DEL MIO BAGAGLIO MINIMALISTA

DOPO IL TEST IN VIAGGIO, DURATO DUE MESI.

Vedendo il successo dell’articolo “90 litri di libertà – Come viaggiare leggeri” ho capito che era arrivato il momento di scriverne il seguito, di condividere con voi l’esperienza di quel viaggio e di raccontarvi come si è modificato il mio bagaglio.

Così è nato questo articolo che si propone di aggiungere un tassello spiegando meglio la mia filosofia di bagaglio “perfetto”, e le sue motivazioni.

SOFFRIRE? NO GRAZIE!

Stavo parlando di attrezzatura da viaggio con un mio amico, e mi ricordo che ad un certo punto lui ha formulato questo pensiero: “Al giorno d’oggi c’è la moda di soffrire in viaggio, soprattutto in moto. Di fatto tutti fanno viaggi sempre più estremi solo per poter soffrire, perché in questo modo il viaggio diventa un’avventura…”

Un po’ sorpreso, ma con un sorriso in volto gli ho risposto: “allora sono un viaggiatore scarso! Perché io, in viaggio, voglio soffrire il meno possibile”.

Sì, perché negli anni ho capito che quando sono rilassato, tranquillo e felice tutto è più bello. Riesco a cogliere le occasioni, a fare fotografie più belle, a creare ricordi più duraturi. Insomma, riesco a vivere pienamente il Viaggio.

Come l’ho capito? Guardando le fotografie scattate durante i viaggi passati. Da questi scatti mi sono accorto che nei giorni in cui ero stanco e stressato avevo fatto meno foto, i miei ricordi erano sbiaditi. Esattamente come quando, nel mio quotidiano, sono stanco e pieni di problemi e mi sembra di colpo di vedere tutto grigio, così anche in viaggio lo stress e la stanchezza non mi permettono di godere pienamente del momento presente.

Attrezzatura usata nel 2016 per andare in nord Europa.

Probabilmente ecco quindi svelata la ragione della mia ossessione del bagaglio funzionale, compatto, leggero e minimalista. Perché io, in viaggio, non voglio soffrire. Per quanto mi riguarda il viaggio deve essere gioioso e rilassato, quindi cerco di creare le condizioni ideali per potermelo vivere senza problemi. Quindi no ad attrezzatura sbagliata, pesante, ingombrante, scomoda o non modulabile, che potrebbe creare più intoppi del necessario.

Naturalmente in viaggio tutto può succedere! Una foratura, una frontiera bastarda, un albergatore rompipalle, un guasto, e tante altre cose. Però se a queste potenziali difficoltà aggiungo un’attrezzatura non idonea, a questo punto significa che sono masochista.

COME HO MIGLIORATO IL MIO BAGAGLIO?

All’inizio delle mie avventure su due ruote, come tutti portavo troppi bagagli senza focalizzare l’attenzione sulla funzione precisa di ogni pezzo che trasportavo. Ed è così che ho capito che era necessario migliorare la mia attrezzatura per poter far fronte ad ogni situazione incontrata durante il viaggio. Potermi coprire in caso di freddo, riparare in caso di pioggia, poter dormire comodo in tenda… Sembrano cose scontate ma molto spesso non vi viene data la giusta importanza.

l’obbiettivo del mio bagaglio deve essere non farmi soffrire o farmi soffrire il meno possibile.”

Ed è così che è iniziata la mia ricerca. Con il passare degli anni il mio bagaglio si è alleggerito, snellito ed è diventato sempre più funzionale e modulabile. Dopo il mio ultimo viaggio durato due mesi ho anche dettagliato le “9 cose che hanno migliorato la qualità del mio viaggio”.

Per poter continuare ad alleggerire e migliorare il mio bagaglio, tengo sempre durante i miei viaggi un elenco scritto delle cose che si rivelano inutili, da sostituire o migliorare. Senza aver paura di lasciare a casa metà dei picchetti della tenda, di buttare via uno zaino inadatto o di tagliare cinghie o accessori inutili da borse e marsupi.

Attrezzatura usata per 2 mesi di viaggio 2017 – Balcani e Carpazi

DA CHI COMPRO L’ATTREZZATURA?

Innanzitutto bisogna fare un passo indietro, e rendersi conto che per poter costruire un bagaglio realmente funzionale è necessario non limitarsi all’ambito motociclistico. Come già accennato in “90 litri di libertà”, ormai il mercato offre le più svariate attrezzature per le più svariate discipline, quindi la cosa più logica da fare è usare il pensiero laterale. Individuare prima il bisogno, e poi in seguito cercare il posto migliore dove acquistare l’oggetto corrispondente.

Un esempio? Se ho bisogno di intimo termico, mi rivolgerò a chi produce attrezzatura da alpinismo, perché questi capi sono progettati realmente per essere utilizzati con temperature estreme. Ed è proprio per questo motivo che la maggior parte della mia attrezzatura arriva dai reparti di trekking, alpinismo, pesca, bici, running… Senza limitarmi all’offerta proposta da chi produce attrezzatura specifica per motociclisti.

Naturalmente, tutto quello che riguarda l’abbigliamento da moto vero e proprio, quindi che ha a che fare con la sicurezza, va acquistato da chi lo fa di mestiere: casco, giacca, pantaloni, stivali, guanti… Però anche in questo caso vale la logica proposta prima: individuo il bisogno (avere una protezione adeguata in caso di incidente) e cerco il posto migliore per acquistare l’attrezzatura corrispondente (il produttore di abbigliamento per motociclisti).

OCCHIO ALLA FREGATURA!

Diffido sempre dai commessi che vendono attrezzature che non conoscono. Se mi capita di entrare in un negozio di attrezzatura da montagna e mi rendo conto che il commesso ha visto le montagne solo in fotografia, mi viene l’impulso di girare i tacchi ed andarmene. Perché so che quel commesso non sarà in grado di aiutarmi. Non conosce le esigenze di chi in montagna ci va davvero, perché non ha maturato esperienza in prima persona. La stessa cosa capita nei negozi di abbigliamento per motociclisti, dove ho visto clienti che usano la moto solo d’estate uscire con completi non ventilati soltanto perché il commesso non aveva mai provato a guidare una moto con 42°C.

L’unica soluzione per non prendere cantonate è informarsi, andare su internet, leggere recensioni, parlare con chi usa realmente l’attrezzatura e la consuma anche. Senza dare peso a consigli come: “il mio amico con quella tenda ci ha dormito nel deserto con 30 km orari di vento.” Ecco di fronte ad un consiglio del genere, rispondo che sarebbe meglio parlare in prima persona, perché anche un mio amico è capace di pisciare contro vento senza bagnarsi.

Quindi informarsi, fare domande, approfondire e soprattutto non scoraggiarsi! La soluzione si trova sempre. A volta si trova acquistando un oggetto e modificandolo in base alle proprie esigenze. Certo, si fanno errori, ma l’importante è imparare da questi ed essere così in grado di correggere il tiro.

QUAL È L’ATTREZZATURA MIGLIORE?

Ad ogni miglioramento dell’attrezzatura corrisponde una diminuzione dei problemi. Me ne sono accorto perché noto che non mi preoccupo più di tante cose, mi dimentico delle notti passate al freddo, delle borse che promettevano di essere impermeabili e non lo erano, dello zaino scomodo, del materassino così sottile da ammaccarmi la spalla…
L’attrezzatura deve lavorare per me. Aiutandomi, proteggendomi e rendendomi la vita facile in modo tale da lasciarmi la mente libera per quello che accade intorno a me.

Viaggiare è molto soggettivo, l’attrezzatura lo è ancora di più. Una buona attrezzatura mi permette di essere libero e non mi crea problemi; per questo l’attrezzatura migliore è quella che ognuno di noi si costruisce, a seconda dei propri bisogni, informandosi e imparando dai propri errori.

SFATIAMO UN PO’ DI MITI!

Non esiste la moto perfetta, non esiste il bagaglio perfetto, non esiste l’attrezzatura perfetta, non esiste la tenda perfetta… e potrei andare avanti così per ciascun pezzo di attrezzatura che ci portiamo dietro. Quindi diffido da chi, esperto e non, fa workshop su come preparare la moto per viaggiare. Perché possono condividere solo il loro personalissimo punto di vista e nella maggior parte dei casi questo non sarà utile perché la maggior parte di questi “esperti” non ha chiaro in mente che esistono centinaia di esigenze diverse.

Quindi il mio consiglio è quello di rimboccarsi le maniche, informarsi ed iniziare a migliorare la propria attrezzatura. Perché se non ci penseremo noi, rimarremo per sempre schiavi del marketing e degli oggetti inutili.

BISOGNA FARE COMPROMESSI

Nel momento in cui vado a scegliere l’attrezzatura devo scendere a compromessi. Proprio perché ho così poco spazio a disposizione, devo scegliere attrezzatura modulabile. Però bisogna stare attenti: c’è una grande differenza tra scegliere un compromesso e subirlo.

Quando scelgo un compromesso, significa che conosco a perfezione i Pro e i Contro e so come poter sfruttare i Pro al meglio e come minimizzare i Contro. Quando subisco un compromesso invece, la mia mancanza di padronanza delle caratteristiche dell’oggetto può far sì che che i Pro vengano totalmente annullati e diventino tutti Contro.

Ecco perché quando compro qualcosa valuto attentamente l’utilizzo che ne devo fare e se realmente l’oggetto che ho in mano risponde al mio bisogno. Non mi fermo alla prima soluzione che incontro, non mi accontento. Proseguo nella ricerca, chiedo a chi possiede già quell’oggetto come lo usa, approfondisco per determinare se è realmente la soluzione adeguata per la mia situazione.

Scegliere l’attrezzatura non è una cosa facile; bisogna essere in grado di determinare quello di cui abbiamo bisogno.

CONCLUSIONI: IL BAGAGLIO MINIMALISTA.

Il processo di miglioramento della mia attrezzatura da viaggio mi ha portato a farmi anche un esame di coscienza su cosa sia utile e no durante la mia vita di tutti i giorni. Negli ultimi anni ho iniziato a realizzare che vivere con meno oggetti mi permette di essere più felice e più libero. Ho imparato che ogni oggetto deve realmente essermi utile e di conseguenza ho smesso di comprare cose inutili e ho applicato nel mio quotidiano lo stesso processo di ricerca che uso quando devo sostituire un pezzo dell’attrezzatura da viaggio. Faccio ricerche, leggo recensioni e scelgo l’oggetto che risponde meglio al mio bisogno.

Dopo due mesi in viaggio ho individuato tanti punti deboli nella mia attrezzatura, e per questo la sto migliorando. La mia conclusione è: cerchiamo di far evolvere la nostra attrezzatura. Perché più sarà perfetta per noi, più potremo goderci il viaggio, cogliere occasioni e rendere unica quell’esperienza.

RICORDIAMOCI CHE LA MOTO

È UNO MEZZO PER VIVERE IL VIAGGIO IN LIBERTÀ

NON FACCIAMOCI INCATENARE DAL BAGAGLIO.

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2 comments to 90 litri di felicità: un anno dopo

  • Anna  says:

    Sono assolutamente d’accordo con te. 8 anni di viaggi in due sulla stessa Vespa ci hanno insegnato a minimizzare il bagaglio. Certo, noi non abbiamo mai fatto campeggio, un po’ per pigrizia, un po’ per scelta di soluzioni più comode, e questo semplifica la vita! Però è vero che non si finisce mai di perfezionare e ottimizzare le proprie scelte. Ed è grazie anche ai suggerimenti di chi “ci è passato prima” che si arriva ad individuare la propria soluzione personale. Ben venga la condivisione delle esperienze, e ben vengano gli incontri come l’ultimo recente Horizons Unlimited Italia a Badia di Moscheta. Adesso aspetto il prossimo!

  • […] Costringere tutta la mia esistenza in 90 litri ha lasciato un segno indelebile sulla mia vita. Non senza una qualche fatica, perché è difficile azzeccare il minimalismo al primo tentativo. A me è servito un viaggio fallimentare per accorgermi che non è delle cose che ho bisogno. Perché non sono quelle a farmi sentire bene, o sicura. Per essere felice a me serve la serenità, il tempo di raccontare quello che provo e la consapevolezza di essere libera. […]

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